A partire dal 30 giugno 2023 le tecniche ADR hanno iniziato a la risoluzione di dispute nel Metaverso. Si tratta di un'importante novità che è stata resa possibile grazie alle nuove regole sulla Mediazione Civile e Commerciale cristallizzate dalla Riforma Cartabia, D. Lgs. n. 149/2022 entrata in vigore negli ultimi giorni.
Per snellire e velocizzare i procedimenti giudiziari, così da progredire nella modernizzazione del sistema economico e giuridico nazionale, nel corso del 2023 in Italia si sono susseguite numerose riforme. L’obiettivo generale di questi interventi è stato quello di aumentare l'efficienza e ridurre la burocrazia, aspetti cruciali su cui gli operatori economici che investono su settori tecnologicamente avanzati e a rapida evoluzione premevano da tempo.
La pandemia ha spinto le aziende ad incrementare ulteriormente gli investimenti nel campo delle soluzioni tecnologicamente avanzate. Sono tantissime le aziende e i colossi tecnologici come Microsoft, Apple, Metahuman Creator e Elon Musk che stanno cavalcando tale tendenza attraverso il rilascio di nuove piattaforme, come ad esempio Second Life e Active Worlds.
In un mondo in continua evoluzione, interessato da piccole e grandi rivoluzioni in ogni mercato e settore, ci si chiede però se il metaverso sia ora diventato un mondo parallelo da costruire anche giuridicamente.
Prima di procedere nella trattazione, occorre innanzitutto rispondere ad una prima domanda: che cos’è il metaverso? Il metaverso, in uso colloquiale, è definito come una rete di mondi virtuali 3D incentrati sulla connessione sociale. Tuttavia, queste interazioni sono frutto di idee che gli autori desiderano tutelare giuridicamente, soprattutto mediante l'uso dell'intelligenza artificiale, che apre infinite opportunità creative.
Rispondere alle mutazioni con nuovi strumenti legali: la 13ª edizione della Classificazione di Nizza
A causa di queste contaminazioni di dimensioni e mondi paralleli, per i Governi europei si è reso necessaria la revisione della Classificazione di Nizza al fine di adeguare il quadro di classificazione dei marchi e prodotti registrati così da tenere conto delle impostazioni tecnologiche del nuovo ambiente ibrido anche nel quadro della risoluzione delle dispute e controversie legali.
Si sa, il diritto della proprietà digitale corre più veloce rispetto ad altri settori e mostra l'inadeguatezza di alcuni strumenti di tutela, non pensati per essere adattati o adattabili all'evoluzione digitale.
Un intervento che si è reso dunque indispensabile per introdurre una tutela più ampia ed estesa di prodotti, marchi e oggetti al di fuori dei confini territoriali, prendendo in considerazione le nuove dimensioni della contemporaneità: il metaverso, la realtà virtuale e i beni virtuali come i non-fungible tokens (NFT), un tipo speciale di token che attesta la proprietà di qualcosa.
Che tipo di “cosa”? Qualunque oggetto, sia esso fisico, come ad esempio una sedia o un tavolino, oppure digitale, cioè rappresentato in un supporto di memoria basato su codice binario, come tutto quello che esiste nella memoria dei nostri computer, in Internet, nei social network: un’immagine jpeg, un video, un post pubblicato su facebook. Ognuno di questi “oggetti”, tramite la tecnologia NFT, può adesso avere una “proprietà certificata”, rappresentata appunto da un certificato NFT, che è a tutti gli effetti il corrispondente digitale del certificato di proprietà di un bene.
Mediazione e arbitrati: due strumenti utili per risolvere le controversie che emergono nel metaverso
Per risolvere le problematiche della proprietà intellettuale, la mediazione e gli arbitrati risultano strumenti veloci e concreti. Nella riforma Cartabia, finalizzata alla riduzione dei tempi della giustizia, viene dato ampio spazio alle tecniche ADR (Alternative Dispute Resolution).
La mediazione garantisce riservatezza, controllo dei tempi e dei costi, offrendo vantaggi su più fronti. I costi della disputa sono certi e contenuti e sono previste agevolazioni fiscali e crediti d’imposta fino a 600,00 euro per ciascuna procedura di mediazione avviata (con limite annuale che varia a seconda che si tratti di persona fisica - per cui il tetto massimo è di 2.400 euro annui – o di persone giuridiche – per cui la deducibilità può raggiungere la soglia di euro 24.000). Inoltre, un ulteriore credito di imposta viene applicato in caso di abbandono del giudizio pendente a seguito dell’accodo per il contributo unificato versato fino a euro 518,00.
Rispetto ai tempi di risoluzione delle controverse, le tempistiche della mediazione sono veloci, con una durata massima di tre mesi, prorogabile in caso di volontà delle parti. La mediazione è particolarmente utile dunque per preservare o incrementare i rapporti commerciali tra le parti, offrendo soluzioni personalizzate alla controversia.
Rispetto alle spese attinenti i procedimenti di mediazione, si ricorda che il legislatore ha previsto l’esenzione di tutti gli atti e documenti relativi alla disputa che restano esenti dall’imposta di bollo o tassa, inoltre per quanto l’accordo di conciliazione è prevista l’esenzione dell’imposta di registro entro il limite di centomila euro (dovuta solo per l’eccedenza).
La mediazione, infine, è uno strumento capace di garantire riservatezza della lite, lo strumento ideale per quelle fattispecie di controversie legali che riguardando i rapporti aziendali ( si pensi per esempio alle liti relative ad ex licenze, invenzioni di dipendenti o consulenti, nullità del titolo IP, appropriazione indebita di un indirizzo IP, know how, ecc..).
L'arbitrato viene invece utilizzato per una vasta gamma di controversie legate alla proprietà intellettuale, come diritti d'autore, know-how, violazione di brevetti e pagamento di royalties. La riforma Cartabia ha introdotto misure cautelari anche per i giudici arbitrali italiani, rendendo l'arbitrato più concreto e utile per le parti che necessitano di soluzioni veloci, riservate e specializzate. Gli arbitri possono essere esperti nel settore in cui si svolge la controversia, garantendo una maggiore conoscenza delle questioni tecniche e giuridiche coinvolte.
In sintesi, la modernizzazione delle normative e l'adattamento alle nuove sfide tecnologiche stanno cambiando il modo in cui affrontiamo le controversie legali, in particolare nel campo della proprietà intellettuale. L'aggiornamento della Classificazione di Nizza e la riforma Cartabia sono esempi di come le istituzioni stiano lavorando per rendere il sistema giudiziario più efficiente e adatto alle esigenze del XXI secolo: le tecniche ADR, come la mediazione e l'arbitrato, offrono soluzioni più rapide, efficienti, riservate e specializzate per risolvere le controversie legate alla proprietà intellettuale e al metaverso.
Dottoressa Gessica Menichelli
Arbitro e Mediatore civile e commerciale